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Video dell'Inaugurazione

Chi Siamo

Siamo un gruppo di persone che ha frequentato, studiato e si è formato in questi padiglioni. Un luogo, questo, carico di ricordi, di storia e di storie.
Vederlo così, dopo anni di incuria ed abbandono, ci sembra come uno straordinario strumento musicale dimenticato in una soffitta ma che è ancora in grado di restituire un grande suono...

L'Associazione 'All'Ombra del Cervo di Rodi' ha come scopo la valorizzazione ed il ripristino dell'area della Mostra d'Oltremare
(Pad. 19, 16, Aula di Rodi e strutture annesse), promuovendo progetti ed iniziative culturali e scientifiche, principalmente orientate
alle attività storicamente connesse a quest'area, coinvolgendo le istituzioni, gli enti, le associazioni, le persone che hanno a cuore
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La Biblioteca del Padiglione 19 (PREPRINT)

Vincenzo De Luise*1, Vittoriana Siniscalchi**2 

La biblioteca dell’attuale Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini” prende il nome dall’illustre docente Roberto Stroffolini. La sua storia oramai si perde nei decenni e tuttora è difficile recuperare documenti che possano attestare esattamente la sua nascita in seno al gruppo di fisici che da Via Tari passò alla Mostra d’Oltremare. La struttura fu diretta dagli anni Sessanta fino al trasferimento a Monte Sant’Angelo dall’indimenticabile Luciana Palmieri (figg. 1 e 5).

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Fig. 1. Luciana Palmieri.

In un primo momento il luogo predisposto fu individuato in una delle stanze (la n. 6) del corridoio superiore all’ingresso (fig. 2). Successivamente, anche per ammortizzare il peso degli scaffali, furono utilizzate alcune sale, a sinistra nel cortile, che si addossavano a un terrapieno (fig. 3).

Immagine che contiene interno, arredo, biblioteca, stanza  Descrizione generata automaticamente

Fig. 2. La biblioteca nella sua prima ubicazione al padiglione 19.

 

Fig. 3. Cortile del padiglione 19.

Le frecce indicano il complesso di aule che ospitava la biblioteca.

Con una sapiente costruzione prefabbricata fu ricavato dall’aula più grande un soppalco, dedicato alla collocazione delle riviste. Non essendo sufficiente questo spazio, furono impiegati per le riviste anche armadi antichi (fig. 4), passati in seguito, opportunamente restaurati, al Museo.

Immagine che contiene interno, pavimento, muro, navata  Descrizione generata automaticamente

Fig. 4. Gli armadi antichi nel corridoio esterno alla biblioteca.

Da Via Tari pervenne anche una nutrita raccolta di libri e periodici che appartenevano al “Seminario Didattico” (struttura di sostegno didattico per gli studi della Fisica). Nel passaggio al complesso di Monte Sant’Angelo, questo interessante fondo (che comprende anche alcuni atti d’archivio) è stato poi posizionato nel “pozzo librario”. Dopo un primo riesame degli scatoli che contenevano il materiale, fu deciso, in accordo con il direttore della biblioteca di Scienze MM.FF.NN. dott. Claudio De Pietro, di inserire la piccola raccolta di periodici nell’Archivio Nazionale dei Periodici (ACNP), sotto la sigla NA018 (attuale Biblioteca di Area Scienze). Una bella sorpresa fu il ritrovamento, in uno scatolo, dei due volumi originali degli Atti della Settima riunione degli scienziati italiani, che si era tenuta a Napoli nel 1845 con il patrocinio di Ferdinando II di Borbone (ora in esposizione presso la biblioteca “Stroffolini”).

Come si può facilmente comprendere, la vita della biblioteca è stata scandita da due grandi periodi: quello in cui le risorse erano per la stragrande maggioranza cartacee (compresi i cataloghi e i registri amministrativi), e quello “digitale”, quando la maggior parte delle risorse viene fruita in formato elettronico.

 

Fig. 5. Luciana Palmieri nel suo studio.

Del periodo “cartaceo” qualcosa è stato salvato dai processi di smaltimento a volte programmati, a volte causati da eventi imponderabili. Oggi che sono utilizzati i cataloghi in rete, capaci di prestazioni eccezionali dovuti alla manipolazione deidati attraverso database opportunamente creati, è difficile apprezzare quanto, a suo tempo, fossero estremamente importanti le semplici schedine cartacee. Luciana Palmieri organizzò due tipi di schedario che le contenevano, uno dedicato all’ordine alfabetico per autore, l’altro cosiddetto “topografico” (esempi in figg. 6 e 7) poiché sistemato nell’ordine in cui le pubblicazioni si trovavano sui palchetti degli scaffali.




Fig. 6 e 7. Schedine dei cataloghi per autore e topografico.

Una volta prelevato il libro dalla sua posizione, se si verificava un prestito agli utenti autorizzati il volume veniva temporaneamente sostituito da una tavoletta di legno, sulla quale erano riportate le informazioni essenziali riguardanti la transazione (fig. 8).

Fig. 8. Tavoletta segnaposto per i libri in prestito.

È doveroso, nel ricordare il personale che è transitato nella struttura, menzionare l’esemplare figura della signora Lidia Manto, che per quasi quarant’anni è stata un punto di riferimento per studenti e ricercatori. La sua opera, silenziosa ed efficace, ha aiutato generazioni di studenti e docenti per il recupero puntuale dell’informazione bibliografica.

Nell’epoca “analogica” una serie di strumenti per l’iter biblioteconomico era a disposizione del personale (fig. 9). A volte, invece, veniva utilizzata una procedura più semplice, come i registri cartacei per i periodici in arrivo, che sostituivano i tradizionali schedoni amministrativi (fig. 10), affiancati da un sistema consolidato per il recupero dei volumi non pervenuti (fig. 11).

Fig. 9. Vari tipi di strumenti amministrativi utilizzati dalla biblioteca.

 

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Fig. 10. Registro per i periodici acquisiti in abbonamento.

 
Immagine che contiene testo, menu, lettera, Carattere  Descrizione generata automaticamente

Fig. 11. Scheda di segnalazione di volume non pervenuto.

Una parte di questi registri sono ancora conservati, altri si trovano in una situazione decisamente inadeguata, dovuta a un posizionamento in depositi non idonei, nell’area di Monte Sant’Angelo, dopo il passaggio avvenuto nell’anno 2000 (fig. 12).

Fig. 12. Materiale della biblioteca in un deposito a Monte Sant’Angelo.

 

La storia della biblioteca si intreccia con quella dei fondi che l’hanno costituita: non solo moderni ma anche del cosiddetto “Fondo storico”. Prima o poi occorrerà mettere mano per dipanare i vari fili che lo compongono, sulla scia degli studi che intraprese la compianta prof.ssa Edvige Schettino.

Negli anni Novanta la biblioteca iniziò ad aprirsi alle novità del mondo elettronico e digitale. Anzitutto con aperture anche in orari di chiusura per intervalli, grazie a chiavi elettroniche codificate (fig. 13)

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Fig. 13. Chiave elettronica codificata per ingressi in biblioteca.

Incominciarono a essere usati semplici software per il controllo del materiale bibliografico, si attivarono abbonamenti a periodici digitali che si affiancavano a quelli cartacei, veniva realizzato il sito web di un’internet che iniziava ad affacciarsi in modo robusto negli istituti di ricerca (fig. 14)

Fig. 14. Una delle prime pagine web della biblioteca.

Ancora ibride, le collezioni tendevano oramai a organizzarsi verso il digitale almeno per quanto riguardava i periodici. Tuttavia, si cercava di mettere a disposizione degli utenti anche i tradizionali cataloghi cartacei, e infatti furono pubblicati, a distanza di pochi anni l’uno dall’altro, due cataloghi, distribuiti anche ad altre biblioteche (fig. 15). Parallelamente, si integrava il posseduto della biblioteca all’interno della grande banca dati ACNP.

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Fig. 15. Floppy disk con i dati del catalogo delle riviste (edizione 1997).

Negli ultimi tempi, prima del trasferimento, forte fu la determinazione di Luciana Palmieri nel salvaguardare il ricco patrimonio che si era accumulato nei tempi. E dei numeri che riguardano i metri lineari dedicati alle monografie e ai periodici testimonia la relazione di accompagnamento che riguardò le attrezzature e gli arredi destinati alle sale del complesso di Monte Sant’Angelo (fig. 16). Dove, peraltro, non furono sufficienti, e quindi molto materiale fu stoccato nel deposito cosiddetto “pozzo librario” dell’edificio dei Centri Comuni.

Fig. 16. Relazione di accompagnamento alla richiesta di attrezzature ed arredi per la biblioteca dipartimentale di Monte Sant’Angelo.

* Vincenzo De Luise, Università degli Studi di Napoli Federico II (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

** Vittoriana Siniscalchi, Università degli Studi di Salerno (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

 

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