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Video dell'Inaugurazione

Chi Siamo

Siamo un gruppo di persone che ha frequentato, studiato e si è formato in questi padiglioni. Un luogo, questo, carico di ricordi, di storia e di storie.
Vederlo così, dopo anni di incuria ed abbandono, ci sembra come uno straordinario strumento musicale dimenticato in una soffitta ma che è ancora in grado di restituire un grande suono...

L'Associazione 'All'Ombra del Cervo di Rodi' ha come scopo la valorizzazione ed il ripristino dell'area della Mostra d'Oltremare
(Pad. 19, 16, Aula di Rodi e strutture annesse), promuovendo progetti ed iniziative culturali e scientifiche, principalmente orientate
alle attività storicamente connesse a quest'area, coinvolgendo le istituzioni, gli enti, le associazioni, le persone che hanno a cuore
lo sviluppo del nostro territorio.


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Incontro alla Mostra d'Oltremare del 3 febbraio 2024

convegno del 3 febbraio

A questo incontro, che ha richiamato una folla nutrita, erano presenti per l’associazione: Luigi Allocca, Gianfranco Amodeo, Vincenzo De Luise, Giovanni La Rana.

È venuta, e si è gentilmente unita al nostro gruppo, anche la direttrice della Biblioteca di Area Architettura, Dott.ssa Cinzia Martone.

Prima dell’inizio abbiamo incontrato l’arch. Pio Nicola Perfetto, dell’Ente Mostra, che abbiamo conosciuto in occasione dell’incontro con il Presidente. Molto gentile e cordiale (e con perfetta conoscenza delle vicende della Fisica degli ultimi tempi nella nostra regione!), gli abbiamo dato una copia del libro sui 50 anni dell’INFN, che contiene molte notizie sui padiglioni interessati, insieme con il foglio di presentazione dell’associazione.

Altre due copie il prof. La Rana le ha consegnate al Rettore Prof. Lorito e al Sindaco Prof. Manfredi. Entrambi sono stati attenti e anzi hanno confermato di voler essere contattati in seguito. Il Sindaco ha addirittura citato, nel suo intervento, gli studi che effettuò presso il Centro di Calcolo del Dipartimento all’interno della Mostra.

Ha aperto l’incontro la Dott.ssa Maria Caputo, Consigliere delegato della Mostra d’Oltremare. Ha raccontato della recente crisi della struttura, acuita anche dal periodo di pandemia, alla quale è seguita una fase di ripresa, dopo gli sforzi del Consiglio di amministrazione per recuperare a pieno tutte le attività dell’Ente. Ha sottolineato che, per varie ragioni, oggi solo un terzo delle strutture del Parco sono a disposizione del pubblico, ma che per fortuna esso è in ripresa (nel 2023 sono state registrate 1.800.000 presenze agli eventi).

Ci sono stati poi gli interventi dei rettori indicati nel programma e del Prof. Russo, Direttore del Dipartimento di Architettura dell’ateneo fridericiano. Tutti hanno tracciato la storia urbanistica del luogo dove sorge la Mostra, sottolineandone la peculiarità e il legame con altre strutture nate a Fuorigrotta e nei Campi Flegrei.

Alla tavola rotonda moderata dal giornalista, i tre autori del libro (Aldo Aveta, Alessandro Castagnaro, Fabio Mangone) hanno spiegato con la loro competenza numerosi passaggi molto interessanti che hanno riguardato la genesi di quel testo. Anzitutto, come è stato sottolineato, quello studio nasceva dall’esigenza di avere un corpus di storia del complesso, in relazione al Grande Progetto per la Mostra. Che però non ha raccolto i frutti che si sperava, anzi per vari motivi molti fondi sono stati perduti.

Nel dibattito è stata anche chiarita una questione fondamentale: quali potrebbero essere le nuove funzioni di tutto il complesso? Secondo il prof. Aveta, se è vero che con la Carta di Venezia si è obbligati a non alterare i manufatti, è anche vero che, grazie alla soluzione di alcuni problemi (per esempio il superamento delle barriere architettoniche) molti interventi positivi si sono attuati e si possono attuare. Il problema vero, però, è la fattibilità economica. Non basta restaurare, recuperare, c’è bisogno soprattutto di funzioni che assicurino nel tempo anche la redditività, con un occhio particolare ai costi di manutenzione. È per tale ragione che Aveta suggerisce di non soffermarsi, nel caso della Mostra, sui singoli edifici, ma di avere una visione globale e unitaria dell’intero complesso.

A questo discorso si è agganciato quello del Sindaco Manfredi. Quali sono, si è chiesto, i progetti per la Mostra? Cosa fare nel futuro? Dopo aver perso una parte dei fondi del Grande Progetto occorrono nuove occasioni per rilanciare l’area. Ma occorre assolutamente l’autosostenibilità economica. Il Sindaco è convinto che il complesso abbia le qualità per ottenerla: è nato come grande parco pubblico verde con all’interno varie funzioni. Bisogna agganciarvi un sistema di attività e azioni che ne garantiscano la sostenibilità. In un mondo digitale come il nostro, non hanno più senso le esposizioni come si intendevano una volta. Il concetto di fiera è stato superato o, meglio, è nato un concetto nuovo, che lega le fiere alle esperienze di musica, teatro, sport, esposizioni di qualità diversa. Si deve allora parlare di startup e di investimento pubblico. Per il quale, in qualità di Sindaco della città, è pronto a perorare la causa presso le strutture governative.

Fra la prima e la seconda parte è stato mostrato un breve video di presentazione del libro. Durante la seconda parte (la tavola rotonda) scorrevano sullo schermo dietro ai partecipanti le pagine del testo.

Purtroppo, alla fine il moderatore non ha domandato se qualcuno volesse intervenire e il pubblico è quindi andato via. Altrimenti sarebbe stata un’ottima occasione per far conoscere la neonata associazione e i temi che porta avanti. Abbiamo comunque registrato dei segnali positivi, che speriamo di concretizzare al meglio nei prossimi mesi.

Non c’è stata l’occasione per dare il nostro libro alla Consigliere delegata, ma non mancherà una prossima, soprattutto se ci sarà, come auspichiamo, un altro incontro con il Presidente dell’Ente.

 manfredi

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